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Cos’è l’Employer Branding e come farlo bene: guida con esempi pratici

  • Immagine del redattore: ConfuMedia
    ConfuMedia
  • 8 lug
  • Tempo di lettura: 3 min
Employer branding non è un video emozionale su LinkedIn. È una strategia vera e propria.

Quante volte hai visto post aziendali con musica epica, frasi come “le persone al centro” e sorrisi impostati davanti a poster “Be the change”?

Bello, ma non basta. L’Employer Branding non è un contenuto emozionale: è una leva strategica di posizionamento. Per i tuoi stakeholder interni ed esterni.


È la differenza tra essere un “posto di lavoro qualunque” e diventare l’azienda in cui le persone vogliono entrare, restare e crescere.


Cos’è (davvero) l’Employer Branding


Employer branding significa posizionare il tuo brand come un luogo di lavoro desiderabile.

Non è marketing. È un approccio integrato tra cultura organizzativa, esperienza interna, comunicazione interna ed esterna e strategie HR.


È la percezione che il mercato del lavoro ha di te: sei una società in cui si cresce o in cui ti fai del male? Sei il posto dove si impara o dove si scappa?


Il termine nasce negli anni ’90, ma oggi ha un ruolo centrale nel contesto post-pandemico: è ciò che costruisce fiducia e attesa verso il tuo brand ancora prima del contratto.


Perché è fondamentale per il business

In un mercato in cui sono i talenti a scegliere le aziende (e non il contrario), non comunicare bene chi sei è un rischio.

Alcuni dati:


  • Le aziende con una forte reputazione come employer attraggono fino al 50% di candidati in più (LinkedIn, 2023)

  • Il 75% dei candidati considera il brand prima ancora di candidarsi

  • Il 57% rinuncerebbe a un’offerta se l’azienda ha una reputazione negativa, anche con un salario maggiore (Randstad, 2024)


In altre parole? Se non curi il tuo Employer Branding, stai pagando di più per ottenere di meno.


Le 3 leve per un employer branding efficace


  1. Coerenza interna-esterna

Puoi avere i valori più belli sul sito, ma se il tuo onboarding non è strutturato… non funziona. Employer branding è credibilità.


  1. Narrativa distintiva

“Teniamo alle persone” non è una promessa. È il solito claim che presentano tutti. Trova ciò che ti rende diverso, non ciò che ti fa stare nella media.


  1. Esperienze che parlano per te

L’Employer Branding migliore è quello che viene raccontato dalle persone, non dai reparti marketing. Dalla cultura aziendale che fa si che poi le persone ne parlino bene.


Esempi pratici: chi lo fa bene


📌 Zeta Service

PMI italiana nel settore paghe & HR. Racconta i suoi valori con trasparenza, con post onesti e mai patinati. Ottiene candidature spontanee costanti.


📌 Unobravo

Startup che unisce missione sociale, cultura ibrida e narrazione autentica dei propri team. Risultato? Employer branding integrato nella crescita.


📌 Cerved

Ha sviluppato una comunicazione che punta su empowerment e impatto reale. Attira talenti anche in aree tecniche meno “sexy”.


Come iniziare oggi: checklist pratica

✅ Ascolta i tuoi dipendenti (survey, interviste, exit)

✅ Mappa la percezione esterna (LinkedIn, Glassdoor, test su candidati)

✅ Definisci una EVP concreta, non aspirazionale

✅ Crea una narrativa visiva e testuale coerente

✅ Coinvolgi le persone nella comunicazione (non solo HR e marketing)


Vuoi attrarre i talenti giusti?


Contattaci per una consulenza gratuita

Possiamo aiutarti a costruire un brand che si fa ricordare: dai contenuti al tono di voce, dal posizionamento strategico alla comunicazione visiva.


Siamo ConfuMedia, quelli di Consulenza Confusa. Dal 2015 lavoriamo con aziende che vogliono distinguersi, comunicare meglio e farsi ricordare.

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